Trattenute indebite, banca condannata a risarcire mezzo milione

Trattenute indebite, banca condannata a risarcire mezzo milione. Per molti anni una cooperativa assistenziale che opera ad Eraclea si è trovata a pagare tassi d’interesse e commissioni bancarie non dovute. Ora, grazie ad un accordo transattivo, siglato a chiusura di una causa civile avviata di fronte al Tribunale, un importante istituto di credito ha provveduto a rimborsare l’ingente somma di 500mila euro, trattenuta indebitamente nel corso degli anni, comprensiva di interessi maturati e spese legali. L’accordo è coperto da clausola di riservatezza e, di conseguenza, nessuna delle due parti in causa è disposta a riferirne i particolari. Ma la questione è di grande interesse pubblico in quanto riguarda le questioni, più volte oggetto di contestazione, relativa alla capitalizzazione degli interessi passivi con cadenza trimestrale, in mancanza di idonea pattuizione, all’applicazione di tassi d’interessi passivi superiori e tassi di interessi attivi inferiori a quelli legali; all’addebito di commissioni di massimo scoperto e di altri canoni e spese non convenute per iscritto. Dopo un rapporto proseguito per oltre 20 anni con lo stesso istituto bancario, i vertici della cooperativa, che offre ad Eraclea assistenza riabilitativa funzionale e prestazioni assistenziali a persone in difficoltà o anziani, iniziarono ad avere dubbi sulle somme addebitate sui conti e a protestare; ma la banca confermò la correttezza e la legittimità di tassi e commissioni applicate. Da qui la citazione di fronte al Tribunale civile da parte del legale della cooperativa, l’avvocato di Mestre Gastone Pea. Nel corso della causa è stata disposta una consulenza tecnica con l’obiettivo di ricostruire il rapporto bancario e ricalcolare in maniera corretta tassi e commissioni: l’esperto nominato dal giudice ha dato ragione alla cooperativa, calcolando in oltre 330mila euro l’ammontare trattenuto in maniera non corretta dalla banca, e dunque da restituire al correntista. A questo punto, di fronte ad una sentenza il cui esito era scontato, l’istituto bancario ha preferito trovare un accordo con la cooperativa, versando complessivamente 500mila euro.

Articolo tratto dal quotidiano “Il Gazzettino