L’investitore di Meneghel afferma di non ricordare

Ha spiegato di non ricordare quasi nulla a causa dello choc. Non ricorda, per esempio, di essere sceso dall’auto, subito dopo l’impatto, per chiudere il cofano che si era aperto nello schianto e poi ripartire, come confermano due testimoni, due ragazze sedute in una panchina vicina al luogo dello schianto. E non ricorda perché poi è ripartito, salvo poi fermarsi – probabilmente alcune centinaia di metri dopo – per tornare indietro, nell’arco di una manciata di minuti, e comunque prima dell’arrivo dei carabinieri di San Donà, intervenuti sul posto per coordinare i soccorsi, purtroppo inutili, e i primi rilievi. Ieri mattina il giudice per le indagini preliminari Barbara Lancieri ha confermato l’arresto e la misura dei domiciliari per Riccardo Rorato, il 24enne di Caorle che sabato scorso ha investito e ucciso Mauro Meneghel, il pedone di 57 anni, anch’egli residente a Caorle, che stava passeggiando lungo via Revedoli, a Torre di Fine, sulla strada per Eraclea, ed è stato investito. Meneghel era di ritorno dalla casa del padre anziano che era andato a trovare come ogni giorno. Rorato è accusato di omicidio stradale con l’aggravante di non essersi fermato a soccorrere l’investito e di guida in stato di ebbrezza. Il test alcolemico infatti ha registrato un valore di 1,8 grammi per litro di alcol, un valore ben superiore al limite di 0,5. Ieri mattina, davanti al giudice, difeso dall’avvocato Gaetano Corsaro, è apparso molto provato e ancora sotto choc per quanto accaduto, tanto da non ricordare quasi nulla della fase dell’incidente, neppure di essere sceso per chiudere il cofano della sua Golf subito dopo l’impatto. Ricostruendo le ore precedenti all’investimento, e facendo riferimento all’alto tasso alcolemico riscontrato, ha sostenuto di aver bevuto solo a pranzo: uno spritz, una birra e poi un caffè corretto. Sarà da capire se si tratta di una ricostruzione attendibile rispetto al valore riscontrato, considerando che l’incidente è avvenuto a metà pomeriggio, quando ancora però faceva chiaro. Sarebbero almeno quattro i testimoni. Oltre alle due ragazze seduta su una panchina lì vicina, anche due automobilisti di passaggio. Sul fronte delle indagini domani il pubblico ministero Giovanni Gasparini conferirà l’incarico per l’autopsia al medico legale Cristina Mazzarollo e la perizia cinematica all’ingegnere Mario Piacenti. Approfondimenti necessari per ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente. I familiari di Meneghel, che nei giorni scorsi hanno chiesto pubblicamente al giovane di «dire tutta la verità» su quanto accaduto, si sono rivolti ad uno studio di consulenza, parteciperà con i due consulenti di parte, il medico legale El Mazloum Rafi e l’ingegnere Pierluigi Zamuner.

Scritto da Francesco Furlan per il quotidiano “La Nuova Venezia”