Assalto notturno al bancomat di Eraclea Mare

Mercoledì notte, attorno alle ore 3.00, I ladri hanno fatto saltare il bancomat di via Dancalia ad Eraclea Mare, ma se ne sono andati a mani vuote perchè la gabbia posteriore di sicurezza dell’ATM ha tenuto. Un boato nel cuore della notte ad Eraclea Mare presso l’agenzia immobiliare “Europa”, i malviventi hanno fatto deflagrare lo sportello dell’Unicredit che è alloggiato nella struttura.

La tecnica impiegata è quella del gas acetilene innescato con una scintilla, spesso una fiamma ossidrica. L’esplosione normalmente è devastante, ma in questo caso non è stata non sufficiente per divellere lo sportello e arrivare al denaro in contanti custodito all’interno. I malviventi, a bocca asciutta, sono fuggiti velocemente a bordo di un’auto station wagon di grossa cilindrata e di colore scuro. Così è stata descritta la vettura da alcuni testimoni che hanno notato la fuga a tutto gas. I danni alla struttura sono comunque ingenti per il dissesto provocato e anche il danno che priva la cittadina di un importante servizio a turisti e cittadini in piena stagione estiva. Sul posto è intervenuto, assieme ai carabinieri competenti del territorio, anche il personale del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Venezia, specializzato per i rilievi tecnici che nella prima fase sono fondamentali per raccogliere tutti i particolari utili alle indagini. Impronte digitali eventuali, tipi di innesco ed esplosivo. I dati vengono poi registrati nella ampia banca dati a disposizione delle forze di polizia per ricercare colpi simili, assonanze nel modus operandi. E sono immediatamente scattati gli accertamenti dei militari della Stazione di Eraclea e del personale del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di San Donà che sono arrivati sul posto. Gli investigatori dell’Arma hanno subito esaminato i video registrati dalle telecamere della zona per accertare innanzi tutti la via di fuga utilizzata dai malviventi e altri particolari che potrebbero risultare utili per risalire ai banditi.

Scritto da Giovanni Cagnassi per il quotidiano “La Nuova Venezia”