Assalto al bancomat, opera di professionisti

Gli inquirenti, che indagano sul colpo ai danni di un bancomat situato in centro ad Eraclea, ritengono sia opera di professionisti. Probabilmente una banda di trasfertisti che non dovrebbe avere base in zona, ma si sposta per mettere a segno i vari colpi e potrebbe colpire ancora nella zona tra Veneto e Friuli. E’, dunque, tornata la cosiddetta banda dei bancomat, che aveva già colpito lo scorso 29 settembre alla Banca di Cividale di San Donà di Piave, con un bottino di 30mila euro, e prima ancora (durante l’estate) a Portegrandi e ad Eraclea Mare. Questa volta i malviventi hanno puntato allo sportello della Bcc Credito Cooperativo Pordenonese, di via Piave, nel pieno centro di Eraclea. Alle 2, la deflagrazione dello sportello della banca a due passi da piazza Garibaldi. Un’esplosione innescata con il gas acetilene, udita a distanza, infatti molti residenti sono stati svegliati nel cuore della notte. Hanno sentito l’esplosione e sono stati buttati giù dal letto in particolare chi abita attorno alla piazza centrale della cittadina. Non hanno avuto dubbi su cosa potesse essere accaduto. Nessuno però ha visto nulla. I frammenti metallici dello sportello sono stati catapultati a diversi metri di distanza, fino ad arrivare oltre la strada ai piedi dell’argine. Fortunatamente in quel momento non stavano transitando veicoli sotto l’argine, altrimenti avrebbero potuto correre dei rischi e ci potrebbero anche essere stati dei feriti. I malviventi hanno coperto le videocamere della zona, segno che si trattava di professionisti che hanno agito in pochi minuti e senza lasciar tracce. Ora saranno visionate le registrazioni della Bcc, per capire se le videocamere hanno comunque catturato qualche immagine utile alle indagini. Il bottino non dovrebbe però superare i 10 mila euro, anche perché lo sportello è stato divelto domenica sera quando ormai erano già stati effettuati diversi prelievi in tutto il fine settimana dal momento del caricamento che solitamente è il venerdì.

Parte del testo è tratta dai quotidiani: La Nuova Venezia ed Il Gazzettino